E’ buffo pensare comesi possa passare una vita a cercare di scovare luoghi magici all’altro capo delmondo, per poi rendersi conto che alcuni di questi si trovano a pochi passi danoi.
Domenica scorsasiamo andati in avanscoperta. Ore nove, cielo terso, tramontana insolente. DirezioneBassano in Teverina (VT).
Ci ero statadiverse volte in questo paesino dell’Alta Tuscia costellato da uliveti e orti, chedista da Viterbo una ventina di chilometri. Qualche anno fa acquistammo,infatti, un terreno agricolo nella vicina Chia, e Bassano in Teverina era disegnata,nei miei ricordi pre-pasticceri, come la sosta presso il venditore di sementi eattrezzature di giardinaggio: una delle poche attività presenti sul vialoneincorniciato da platani (Via Cesare Battisti), proprio al centro del paese. In passato cieravamo inoltrati per questo stradone ombroso, facendo slalom tra vecchietti operosie nonnine al passeggio, fermandoci, però, alla Chiesa dell’Immacolata Concezione(risalente al 1855).
Evidentemente eravamorimasti sull’uscio.
Continuandoinfatti su Via Battisti, si arriva, dopo una svolta a destra, in Piazza NazarioSauro: l’entrata del Borgo Antico di Bassano in Teverina.
Oltrepassando Viadelle Fonti, ci siamo ritrovati immersi nella quiete: eravamo completamentesoli, circondati dagli storici edifici della città vecchia, tra cui sibilavaforte il vento, sospesi tra passato e presente. Un salto spazio-temporalemistico, nascosto agli occhi della modernità, in cui si arriva solo a piedi. NeancheStreet View permette di scorgere la vecchia Bassano. Meglio così, perché solo l’occhioumano può cogliere la poesia che questo luogo ispira al cuore.Un brevepercorso richiama il visitatore verso il centro del borgo, e in pochi metri siscorgono la Chiesa di Santa Maria dei Lumi (1100-1200), e la rinascimentale Torredell’Orologio. Magnifici. Qualche gradino più sotto, il fontanile e alcunigiardini ed edifici completamente recuperati. Una piazzetta, uno scacchiere diorigine moderna e qualche locanda con i comignoli in piena attività.
Mi chiedo quantiposti come questo ci siano, a così poca distanza dalla Città dei Papi. Quantepersone ne sono a conoscenza, e perché teniamo nascosti questi tesori solo pernoi.
La bellezza è unbene comune e va condivisa. E noi tutti potremmo vivere anche solo di essa.